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05 Lug

Archeologia, arte e storia nella Pieve di Agno

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Una esposizione dal carattere storico e archeologico che vuole anche avvicinare il pubblico al patrimonio ancora conservato nelle diverse località legate alla Pieve di Agno. 

Dal museo al territorio, perché gli oggetti, i descrittivi e le immagini presentati nelle sale offrono una semplice ma puntuale introduzione a quanto la regione ancora conserva. Dai massi cuppellari dell’Alto Malcantone, alle preziose chiese della grande Pieve; dalle antiche vie di comunicazione ancora in parte percorribili, al primo percorso archeologico creato in Cantone Ticino: questi i segni tangibili di un passato che ancora oggi vive fra la gente. 

Per quanto riguarda l’aspetto archeologico, la regione che gravita attorno al Museo plebano è una delle più ricche di ritrovamenti, se ci riferiamo al Luganese. Ripercorrendo i segmenti della Strada Francesca o Strada Regina fra i villaggi di Mezzovico-Vira, Sigirino, Torricella-Taverne, Bedano, Gravesano e Manno, si incontrano infatti edifici religiosi che affondano le loro origini nell’altomedioevo. Ma accanto alla vita religiosa, la regione presentata nella mostra conserva una selezione di tracce dell’uomo, da fare risalire ad epoche ben più remote. Pensiamo ad esempio all’importante necropoli della prima età del Ferro di Cademario-Cima Forcora; alle stele epigrafe in alfabeto leponzio da riferire all’età del Ferro e ritrovate ad Aranno, Bedigliora, Bioggio e Mezzovico; alle numerose testimonianze di epoca romana rinvenute ad Agno, Bioggio, Gaggio, Gravesano e Mezzovico. 

L’approfondimento storico presenta documenti a partire dal 1270 fino ai giorni nostri. Attraverso documenti del Monastero di Sant’Abbondio a Como (1270 e 1288), agli Statuti di Cademario (1416) e alla visita pastorale di monsignor Feliciano Ninguarda, vescovo di Como (1591) viene presentata una descrizione della Pieve. Vengono riportate le testimonianze di alcuni viaggiatori del Settecento, che visitarono le terre ticinesi: Karl Viktor von Bonstetten e Johann Rudolf Schinz; mentre con Stefano Franscini e Luigi Lavizzari si entra nel XIX secolo, periodo caratterizzato dall’esigenza di indagini scientifiche volte alla conoscenza del territorio. Il Novecento infine viene presentato come il secolo della pianificazione e della tutela, messe in atto anche grazie ad attente campagne fotografiche e a precise rappresentazioni.

 

Catalogo a fr. 5.-

Informazioni aggiuntive

  • Anno: 2012
  • Data esposizione: 9.3.2012 – 27.9.2013
  • Ordinamento: 1
Letto 16602 volte Ultima modifica il Mercoledì, 09 Marzo 2016 09:24